INTRODUZIONE. La tossina botulinica di tipo A, una neurotossina, è stata studiata in numerosi trials come una nuova terapia preventiva per l’emicrania. In questa review vengono illustrati e discussi i possibili meccanismi d’azione della tossina, nonché i risultati dei trials randomizzati e con controlli placebo finora effettuati a scopo preventivo.
MECCANISMO D’AZIONE. Il meccanismo d’azione della tossina botulinica nell’emicrania non è finora chiaro. Si sa che inibisce il rilascio di acetilcolina a livello della giunzione neuromuscolare, ma probabilmente questo meccanismo non è sufficiente a spiegare le proprietà antinocicettive osservate in diversi trials clinici e preclinici. E’ stata finora ipotizzata una inibizione al rilascio di neurotrasmettitori correlati alla nocicezione, quali la sostanza P, il CGRP e il glutammato.
METODI. Vengono descritti i punti di iniezione finora più ampiamente usati della tossina botulinica, che sono nei muscoli cervicali, temporali e frontali. Ampia variabilità vi è stata negli studi finora effettuati anche riguardo i dosaggi (tra 50 e 200 U) e la frequenza delle sedute, in media comunque una ogni 3-4 mesi, nonostante alcuni tentativi di standardizzazione.
RISULTATI. I dati finora raccolti sembrano favorevoli all’ipotesi di una sua effettiva efficacia nel ridurre i giorni di cefalea nei pazienti con emicrania cronica, cioè con almeno 15 giorni al mese di cefalea, con almeno 8 di questi di tipo emicranico. Il suo uso sembra anche sufficientemente sicuro e privo di effetti collaterali gravi. In pochi casi vengono lamentati infatti dolori al collo (0,6 %), debolezza muscolare (0,4 %), cefalea (0,4 %) .
CONCLUSIONI. La tossina botulinica di tipo A non sembra efficace nel prevenire l’emicrania episodica, mentre sembra essere efficace nell’emicrania cronica, con trials randomizzati e controllati in doppio cieco. In particolare, sembra indicata in pazienti che non sopportano o non rispondono alle tradizionali terapie profilattiche orali.
COMMENTO. Questa review rappresenta un primo interessante studio che analizza i risultati sull’emicrania di una terapia nuova e promettente, le iniezioni nei muscoli cefalici della tossina botulinica di tipo A. Il suo uso, al di là dei costi che rimangono alti, sembra dischiudere nuovi favorevoli orizzonti terapeutici anche al di fuori dei ristretti ambiti universitari e ospedalieri che ne hanno finora limitato l’utilizzo.
Robertson CE, Garza I. Critical analysis of the use of onabotulinumtoxinA (botulinum toxin type A) in migraine. Neuropsychiatr Dis Treat 2012; 8: 35-48
A cura di: Paolo Barbagli fonte